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martedì 4 giugno 2013

SULLA SABBIA

I Maestri della legge e i farisei portarono davanti a Gesù una donna sorpresa in adulterio e strattonandola la misero in mezzo al gruppo. "Maestro, questa donna è stata sorpresa mentre tradiva suo marito. La legge di Mosè ci ordina di ucciderla a colpi di pietra. Tu che cosa ne dici?". Volevano dei pretesti per accusarlo. Ma Gesù guardava in terra, e scriveva col dito nella sabbia. Un tribunale ben strano! Il giudice scrive nella sabbia, e non rimarrà niente. Basterà il vento della sera e tutto sarà cancellato. Niente dossier o voluminosi codici. Gesù non sa che cosa siano
Bruno Ferrero  in “C’è Qualcuno lassù”


Da piccola mi raccontavano che Dio ha un grosso librone e per ognuno di noi annota su di una pagina tutte le opere buone e dall'altra i nostri peccati, sottolineando con un pennarello rosso e indelebile i peccati più gravi.Oggi "da grande" credo che Dio usi ancora un librone e con il pennarello indelebile ci segni solo le nostre opere buone. I nostri peccati li scrive  sulla sabbia e ,se la sabbia da sola,non ce la fara' a cancellare i nostri sbagli ci penseranno  il vento dell'Amore di Dio e le onde del nostro pentimento a rimuovere completamente i nostri peccati.
Avete già perso qualcosa nella sabbia? Provate a ritrovarla!
La sabbia ingoia tutto, la sabbia dimentica tutto, la sabbia cancella tutto... Non rimane niente nella sabbia e tutto sparisce L'unico libro dei conti di Gesù è la sabbia...

Gesù scrive sulla sabbia, e noi?
Io no!!!!! qualche volta  riesco a capire, a comprendere, magari a perdonare, ma a dimenticare proprio non ci riesco...mi appunto tutto e puntualmente il ricordo del male ricevuto ,anche se mitigato dal tempo,torna a ferirmi .

Il verbo ebraico slh, il termine più comune per indicare il perdono, suppone proprio un cancellare il ricordo del male ricevuto. La memoria, liberata dal ricordo del male  non è più in grado di partorire la vendetta. Perdonare  è sinonimo di libertà (chi non aspira alla libertà?) ci si libera dalla morsa dell'odio e per riflesso si libera da un incubo che stringe lo spirito dell'altro.Perdonare è come cauterizzare una ferita:perdona e, il Signore «guarisce tutte le tue infermità» (Sal, 103, 3). 
Osservava Andrej Siniavskij (1925-1997): «Basta perdonare perché l’anima sia allegra, come se un nodo che nessuno sforzo riusciva a disfare si fosse sciolto»,e il teologo e predicatore francese Jean-Baptiste-Henri Lacordaire diceva: «Volete essere felici per un attimo? Vendicatevi! Volete esserlo per sempre? Perdonate!»

Ma come faccio a  parlare di Dio ,mi chiedo,se prima non lo vivo per davvero e totalmente ?
Parlo di Dio perché io ho bisogno di Dio.Mi meraviglio e mi stupisco sempre di fronte alla Sua grandezza  e mi sento sempre più piccola e bisognosa di misericordia quando confronto il Suo Amore con la mia povertà.Riconoscere i miei limiti significa trattarmi fin troppo bene soprattutto  se mi arrendo a quello che sono-- io son fatta così che ci vuoi fare?non cambierò mai-- e invece cambierò, ma non potrò mai farcela da sola.Per questo mi "permetto" di parlare di Dio e con Dio , per aiutarmi nel  cammino che giunge al perdono totale senza il ricordo del male.  E' arduo e faticoso, lo so benissimo, ma è l'unico modo che ho di essere libera e di essere perdonata  «Se infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche voi, ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe» (Mt, 6, 12. 14-15).

La nostra conversione , 
il nostro cambiare direzione,
è un cammino lungo e in salita, 
ma quando giungeremo alla vetta, 
tutto il nostro modo di osservare l'orizzonte
 sarà magnificamente diverso.


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