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giovedì 30 maggio 2013

LA VALIGIA DEL PRONTO SOCCORSO

DEL CRISTIANO


ECCO COSA VI SERVE:

Cucchiaino di plastica
Caucciù 
Cerotto
Matita e foglio
Gomma per cancellare
Gomma americana
Un bacio perugina e un abbraccio del mulino bianco
Bustina  di camomilla istantanea


SAPETE A COSA SERVONO QUESTE COSE? 
UN ATTIMO DI PAZIENZA E TE LO SPIEGO.

CUCCHIAINO
Per ricordarti di “scavare” negli altri
tutte le buone qualità che hanno.

CAUCCIU’
Affinché ti ricordi di essere flessibile
verso chi incontri
le persone non sono mai come  tu vorresti.

CEROTTO
Per aiutarti a curare
i sentimenti feriti,
sia tuoi che altrui.

MATITA e FOGLIO
Per annotare ogni giorno
 le benedizioni e i doni (e sono molti...),
per poi rileggerli nei momenti bui

GOMMA PER CANCELLARE  
Tutti commettiamo errori  e vogliano essere perdonati
Impariamo a cancellare gli errori degli altri

GOMMA AMERICANA
Per ricordarti di “attaccarti”
a tutto ciò che puoi portare
avanti  col tuo sforzo.

UN CIOCCOLATTINO
Perché  abbiamo spesso bisogno
di una dose di zucchero per addolcire
la vita nostra e quella degli altri
Tutti abbiamo bisogno di un bacio e 
un abbraccio quotidiano.

UNA BUSTINA  DI CAMOMILLA
                                                        Per prenderti un po’ di tempo,
rilassarti e fare una lista di tutti i
doni che Dio ti ha mandato

martedì 28 maggio 2013

I "DIFETTI" DI GESU

OGNI UOMO HA DEI DIFETTI ALCUNI DA ELIMINARE ALTRI DA MITIGARE.
 I" DIFETTI" DI GESU', VERO UOMO E VERO DIO SONO QUELLI DA AMARE E RENDERLI NOSTRI


GESU' HA POCA MEMORIA

Sulla Croce durante la sua agonia il ladrone gli chiede di ricordarsi di lui quando sarebbe entrato nel suo regno. Se fossi stato io gli avrei risposto, "non ti dimenticherò, ma i tuoi crimini devono essere espiati, con almeno 20 anni di purgatorio", invece Gesù gli rispose "Oggi sarai con me in Paradiso".
Aveva dimenticato i peccati di quell'uomo. Lo stesso avviene con Maddalena e con il figliol prodigo. Gesù non ha memoria, perdona ogni persona, il suo amore è misericordioso».

GESU' NON CONOSCE LA MATEMATICA 

Lo dimostra la parabola del Buon Pastore. Aveva cento pecore, una di loro si smarrì e senza indugi andò a cercarla lasciando le altre 99 nell'ovile. Per Gesù uno equivale a 99 e forse anche di più.
Una donna ha dieci dracme ne perde una quindi accende la lucerna per cercarla, quando la trova chiama le sue vicine e dice loro "Rallegratevi con me perché ho ritrovato la dracma che avevo perduto". E' davvero illogico disturbare le amiche solo per una dracma per di più spendendo, per far festa, ben di più di una dracma. In questo modo Gesù spiega che c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte.

GESU' E' UN AVVENTURIERO

Chiunque voglia raccogliere il consenso della gente si presenta con molte promesse, mentre Gesù promette a chi lo segue processi e persecuzioni, eppure da 2000 anni constatiamo che non si è esaurita la schiera di avventurieri che hanno seguito Gesù.

GESU' NON CONOSCE NE' FINANZA NE' ECONOMIA

Nella parabola degli operai della vigna, il padrone paga lo stesso stipendio a chi lavora al mattino e a chi inizia a lavorare il pomeriggio. Ha fatto male i conti? Ha commesso un errore? No, lo fa di proposito, perché Gesù non ci ama per i nostri meriti, il suo amore è gratuito e supera infinitamente i nostri meriti.


GESU' FREQUENTA CATTIVE COMPAGNIE

Gesù è amico di pubblicani ,esattori delle tasse,peccatori. I suoi stessi Apostoli sono persone poco raccomandabili, Gesù  "se la fà" con i reietti della società.

AMA DIVERTIRSI E LA BELLEZZA


Lo accusano di essere un mangione e un beone,ama gli inviti a pranzo in compagnia,si ferma ad ammirare i gigli nei campi e gli uccelli che non hanno il nido, si lascia inebriare dal profumo dell'olio che Maria gli sparge sul corpo, si ferma a contemplare Gerusalemme e piange per la sua imminente distruzione.

SEMBRA MATTO


I parenti stessi, pensano di Lui così e davanti a Pilato gli mettono addosso una tunica bianca per dire che è matto.Il soldato Romano gli dice : "tu hai salvato altri, se sei DIO scendi dalla Croce, salva te stesso" (Matteo 27:40,42).
Quel matto di Gesù non lo fa.

GESU AMA I PICCOLI NUMERI.

Mentre la gente cerca la massa, la grande folla: va alla ricerca della Maddalena, della Samaritana, dell'adultera...la "carta magna" di Gesù-le beatitudini-appare come un fiasco : beati i poveri, gli oppressi, gli afflitti, i perseguitati, ecc (Luca 6:20).
Gesù ama tutto questo : chi lo segue deve essere matto come Lui!

L'INSUCCESSO CONTINUO 

La sua vita è piena di insuccessi. Cacciato dal suo paese è sconfitto, perseguitato, rifiutato, condannato a morte...

GESU E' UN PROFESSORE CHE HA RIVELATO IL TEMA DELL'ESAME

Se fosse un insegnante sarebbe licenziato subito!
Il tema dell'esame e il suo svolgimento è descritto a puntino da Lui : "verranno gli angeli, convocheranno i buoni alla destra , i cattivi alla sinistra, e tutti saremo giudicati sull'Amore" (Matteo 25:31 e seg.).
Sapendo questo, tutti potrebbero essere promossi.

GESU  HA TROPPA FIDUCIA NEGLI ALTRI.

Chiama gli apostoli, quasi tutti illetterati, rozzi, grezzi Affida a Pietro la Sua Chiesa e lui lo rinnega....ma continua a dargli fiducia
Nel tempo continuerà a chiamare gente come me ,te tutti noi .
La via di Dio passa per i limiti umani : chiama Abramo che non ha figli ed è vecchio, 
chiama Mosè che non sa parlare bene; 
chiama i dodici uomini mediocri e ignoranti, e uno di loro lo consegnerà alla morte; 
e per chiamare i pagani sceglie un violento persecutore, Saulo, e 
nella Chiesa continua a fare così.....
Gesù è un temerario incorreggibile: perciò ha scelto me, ha scelto voi, noi tutti  peccatori.

Gesù non si corregge proprio.

AMA LA POVERTA'

Il mondo ha paura della povertà (certamente non c'è da stare allegri). Oggi si parla tanto di lotta alla povertà Gesù esige dalla sua Chiesa e dai pastori, la povertà,che non sinignifica essere senza una lire ma il non attaccamento alle cose del mondo in modo da condividere con chi non c'è l'ha 

Gesù ha vissuto senza casa, senza assicurazione, senza deposito, senza tomba, senza eredità umane, umanamente e materialmente senza alcuna sicurezza. 
La Sua unica ricchezza è stata la grande libertà di amare


Nel mondo non c'è una strada intitolata a  Gesù:
La sua strada è questa via , carica dei suoi difetti , che siamo chiamati a fare nostri.
Riportato da Catechisti.it

I SOLITI FESSI:Don Tonino Lasconi


Signore, noi siamo i "soliti fessi".
Quelli che "al dunque" non si tirano indietro.
Quelli che non sanno mai trovare la scusa per dire "Non sono potuto venire"
Quelli che dicono: "Ormai ci siamo impegnati, non possiamo tirarci indietro".
Quelli che si ritrovano "sempre gli stessi" a lavorare, a sgobbare.
Quelli che devono inghiottire amari bocconi perché gli altri
oltre a non lavorare ti prendono anche in giro.
Signore, è duro.
Siamo sempre in tanti ad avere idee, a progettare, a programmare.
Ma poi, a lavorare, chi scappa di qua, chi fugge di là, chi non può,
chi non si ricorda...
E noi siamo i "soliti fessi".
Ci arrabbiamo, diciamo che questa è l'ultima volta;
che non ci cascheremo mai più...
Ma sappiamo che non è vero.
Perché non siamo soli. Ci sei Tu. Tu non hai mai tagliato la corda.
Aiutaci a stare in tua compagnia: anche Tu... ci sei sempre!

TUTTI VI DICONO....

Tutti vi dicono: «Tenetevi cari i vostri amici, perché altrimenti potrete rimanere soli!»
 Ma io vi dico: «Fatevi sempre nuovi amici, così tanti non saranno più soli!»

Tutti vi dicono: «State attenti ai compagni cattivi, perché vi possono creare fastidi!»
 Ma io vi dico: «Createvi dei fastidi per i compagni cattivi. Il bene deve essere diffuso».

Tutti vi dicono: «Mettetevi insieme a quelli bravi, a quelli intelligenti, a quelli educati». 
Ma io vi dico: «State vicino a quelli più in difficoltà, ai più timidi, ai più poveri, a quelli presi in giro da tutti».

Tutti vi dicono: «Non andate con chi non conoscete». 
Ma io vi dico: «Fate che nessuno sia per voi uno sconosciuto».
Solo così ci sarà più gioia.

AMICIZIA

Signore, cos’è l’amicizia?
Amicizia significa stima, aiuto, confronto e conforto.
Significa capire, arrabbiarsi, abbracciare, comprensione.
Amicizia vuol dire gioire insieme, piangere insieme,
pregare, parlare e crescere insieme.
Però a volte amicizia significa anche usare,
assecondare, mentire, piegare e tacere.

Signore cammina sempre al fianco della nostra “Amicizia”,
perché ogni litigio e pianto abbia come risultato
uno scalino in più nella scala della crescita umana.

Proteggi la nostra amicizia e rendila forte
anche davanti ai pericoli del mondo in cui viviamo.




domenica 26 maggio 2013

TUTTO QUELLO CHE IL PADRE POSSIEDE.......



+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore

Chi è Dio?
La dottrina della Chiesa ci insegna che è Trinità, unico Dio in tre Persone: Padre Figlio e Spirito Santo.
Il Credo che recitiamo sempre nella messa festiva ci mette sulle labbra uno scritto frutto di un lungo lavoro nei primi secoli della storia della Chiesa, con il quale, a volte molto faticosamente (e spesso con dolorose lotte teologiche fatte di scismi e scomuniche…), si è arrivati a definire Dio così come lo crediamo oggi.
Il problema è che questo lungo lavoro di presa di coscienza della natura di Dio-Trinità, è così lontano da noi, cristiani del terzo millennio, da apparirci quasi inutile e tutto sommato senza grandi ricadute nella vita.
Ci viene quasi da pensare che tutto questo ragionamento su Dio Uno e Trino sia superfluo nel nostro rapporto con Dio, e non fa altro che complicare le cose…
Cosa cambia sapere che Dio è Trinità o meno? Dio è uno solo, e questo basta…no?
Parlare di Dio in modo assoluto e astratto è molto difficile e forse non è la strada migliore per poterlo conoscere meglio e quindi capirne la natura.
Il metodo giusto per conoscere Dio è quello del Vangelo: entrare in una storia…
Il Vangelo ci racconta di un uomo, Gesù, che attraverso gesti d’amore e parole di speranza, mostra pian piano la sua vera origine e chi siamo noi per Dio. Proprio nel momento del massimo fallimento umano, la croce, mostra il suo volto d’amore per tutti e la sua origine divina.
Anche gli apostoli hanno faticato a capire chi era Gesù e da dove proveniva. Lo hanno capito con il tempo, e poi lo hanno predicato e scritto in modo che rimanesse vivo nel ricordo delle generazioni successive. Dimenticare Gesù significa dimenticare chi è veramente Dio e così come Dio ha voluto rivelarsi agli uomini. Senza Gesù, Dio rimane forse il motore immobile origine dell’universo e un oscuro personaggio che sta in alto… ma non ha una vera ricaduta nella vita degli uomini, che finiscono per dimenticarlo.
Gesù ci ha mostrato di essere prima di tutto un Figlio amato, profondamente amato da un Padre che sta all’origine di tutto, e che lo ha inviato per una missione di amore: e la missione era dire al mondo che Dio è prima di tutto Amore.
Dio è Amore unico che si esprime in tre modalità: un Padre che ama, un Figlio che è amato, e lo Spirito Santo che unisce i due nell’Amore.
E’ Sant’Agostino che trova in questa sintesi una delle più belle spiegazioni della Trinità: L’Amante, l’Amato e l’Amore. Questo è Dio, ed è così che il Vangelo ci racconta di Dio.
Dio prima di essere Creatore, Potente, Onnisciente… è Amore.
E se noi siamo fatti a Sua immagine, è proprio in questo dinamismo che troviamo il senso della nostra vita. Se vogliamo conoscere Dio, dobbiamo amare e vivere dell’amore. Il nostro amore sarà sempre limitato, ma anche in un solo frammento di amore possiamo intravedere chi è Dio.
Nel Vangelo di questa domenica, Gesù promette ai suoi il dono dello Spirito che li guiderà alla verità tutta intera.
Mi piace pensare che la strada della verità non è mai finita, e camminare verso la verità significa camminare amando il più possibile, perché è amando che conosco Dio. Lo Spirito Santo è quel dono che esce da Dio per rendere comprensibile Dio anche oggi, non come dato mentale per pochi eletti studiosi, ma come esperienza di vita che è possibile a tutti, dal più dotto al più ignorante.
don Giovanni Berti

sabato 25 maggio 2013

DIO CI AMA MA SEMPRE TRAMITE QUALCUNO:Don Pino Puglisi

ESSERE TESTIMONI DI CRISTO 


Il Signore sa aspettare."Nessun uomo è lontano dal Signore.Il Signore ama la libertà, non impone il suo amore. Non forza il cuore di nessuno di noi.Ogni cuore ha i suoi tempi, che neppure noi riusciamo a comprendere.Lui bussa e sta alla porta. Quando il cuore è pronto si aprirà.".

Il senso della vita."Ognuno di noi sente dentro di sé una inclinazione, un carisma.Un progetto che rende ogni uomo unico e irripetibile.Questa chiamata, questa vocazione è il segno dello Spirito Santo in noi.Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita".

Ho fatto del mio meglio."Bisogna cercare di seguire la nostra vocazione, il nostro progetto d'amore.Ma non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati. Si riparte ogni volta. Dobbiamo avere umiltà, coscienza di avere accolto l'invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio".

Come le tessere di un mosaico."Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale.
Ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico.Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual’é il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual'è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo".

Le parole e i fatti."E' importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell'uomo per soldi.Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste.Tutte queste iniziative hanno valore ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole.E le parole devono essere confermate dai fatti".

Dio ci dà forza."L'amore per Dio purifica e libera. Ciò non vuol dire che veniamo spersonalizzati ma, anzi, la nostra personalità viene esaltata e potenziata, cioè viene data una nuova potenzialità alle nostre facoltà naturali, alla nostra intelligenza. Viene data una luce nuova alla nostra volontà".

Se ognuno fa qualcosa."Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno.Non è qualcosa che può trasformare Brancaccio.Questa è un'illusione che non possiamo permetterci.E' soltanto un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai giovani.Lo facciamo per poter dire: dato che non c'è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa.E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto...".

La testimonianza che diventa martirio."Il discepolo di Cristo è un testimone.La testimonianza cristiana va incontro a difficoltà, può diventare martirio.Il passo è breve, anzi è proprio il martirio che dà valore alla testimonianza.Ricordate San Paolo: "Desidero ardentemente persino morire per essere con Cristo".
Ecco, questo desiderio diventa desiderio di comunione che trascende persino la vita".
Citazioni tratte da suoi scritti e interventi archiviati presso il Centro a lui intestato in via Bonello a Palermo


......BEATO(martire della fede)

Questo sabato viene proclamato beato Padre Pino Puglisi (detto amichevolmente da chi lo conosceva “3P”… come le 3 Persone della Trinità… è un caso?). Questo prete, ucciso dalla mafia 20 anni fa ci ha mostrato la Trinità, non con un discorso teologico, ma con la testimonianza di vita. Ha mostrato che Dio ama i più poveri e piccoli, e che questo amore è possibile anche in quei luoghi, come il degradato quartiere Brancaccio di Palermo, che sembrano destinati solo alla violenza e all’abbandono. Non a caso ha intitolato il centro giovanile della sua parrocchia “Padre Nostro”, come segno di speranza. E la sua volontà e la sua fiducia in Dio e nelle persone non si sono fermate nemmeno davanti alle minacce e persino alla morte. Come Gesù anche Padre Puglisi è rimasto fedele perché si è sentito Amato da Dio e da Lui sorretto. Per questo è oggi proclamato testimone (martire) della fede.
Non tutti abbiamo una storia così forte e intensa come quella di Padre Pino Puglisi, perché ognuno di noi ha percorsi diversi di vita e di fede. Ma tutti possiamo amare, almeno un po’… e in questo amore conosciamo Dio veramente, e mostriamo Dio, Trinità d’amore, a coloro che lo cercano e lo vogliono conoscere.
“Dio non ci ama perché siamo buoni e belli, ma ci rende buoni e belli perché ci ama” (San Bernardo)
DON GIOVANNI BERTI


giovedì 23 maggio 2013

...E SE DIO NON CI FOSSE?



No tranquilli, Dio c'è, siamo noi che spesso viviamo come se non ci fosse e , tentati dal facile ed effimero piacere, accettiamo la "follia del mondo". 

Ma ci siamo mai chiesti  cosa sarebbe il mondo quando non  accettiamo  Dio nella nostra vita? semplice..... basta accendere la tv.


Omicidi, suicidi, sessualità precoce, aborti,facili depressioni,ansie,solitudini  
Una quotidianità senza Dio


-E’ allucinante seguire le cronache quotidiane che raccontano di mamme che affogano, bruciano o lanciano dalla finestra i propri neonati; di figli che uccidono i genitori; di coniugi o compagni che si scannano a vicenda; d’imprenditori che schiavizzano gli immigrati o di Forze dell’Ordine che li picchiano senza motivo; di stupri, spesso conclusi con l’assassinio della vittima; di violenze gratuite dettate da bullismo, smania di potere, razzismo o, semplicemente, divertimento; di politici corrotti o facilmente corruttibili; di suicidi ed aborti in aumento. Comportamenti dettati da voglia di successo, di piaceri e di ricchezza, che spinge ad atti criminali. Ma Il mondo è sempre stato così già nella Bibbia e nella Storia si parla di Caino ed Abele o di Romolo e Remo; di uxoricidi, di tradimenti vendicati con la morte, di sanguinarie lotte intestine, di barbarie infinite delle quali lo sfruttamento degli schiavi era solo un esempio......è insensato concluderne che" è sempre stato così"; e che si deve solo alla maggiore diffusione, mediatica e televisiva, delle notizie se abbiamo la sensazione che le nostre società siano impazzite; che le aberrazioni di cui leggiamo rientrano nella natura umana e nel libero arbitrio riconosciutoci da Dio. In cosa consisterebbe il nostro progresso, se esso non portasse anche a moderare e controllare gli impulsi? E’ follia quella che rovina le comunità e spinge a soddisfare ogni desiderio, anche se perverso.  Una follia cui contribuiscono spesso i programmi televisivi che regolarmente proiettano atti di violenza, di prepotenza, di sesso sfrenato, di corruzione. Non è da meno la stampa ove alcuni “esperti” (o, almeno, così dicono di essere) diffondono opinioni che rasentano il delirio, invitando perfino i giovanissimi a sperimentare tutte le emozioni portandoci  a credere che tutto ciò che piace sia lecito e irrinunciabile; magari anche a pensare che si provi più piacere con una buona dose di droga: non a caso, secondo lo studio realizzato in vari Paesi Europei, Italia compresa, e pubblicato su BMC Health, la maggioranza dei giovani è convinta che, con la cocaina, il rapporto sessuale diventa più intenso. Se poi si aggiungono fiumi di alcool sparisce ogni forma di paura e d’inibizione, con l’inevitabile effetto devastante sulla persona.  Il che, certo, non aiuta a controllare impulsi ed annebbiamenti della mente, con ciò che ne consegue: depressioni che magari spingono al suicidio e a violenze di ogni tipo. Sta di fatto che, nella maggioranza dei casi, il suicida o l’assassino sia soggetto, a detta dei medici, a labilità psicofisica.
Non intendo generalizzare; pur essendo frequenti ed in aumento, sono casi che non coinvolgono tutta la popolazione occidentale. Ma che si spiegano solo con la scristianizzazione che fa dimenticare che il prossimo va amato e rispettato. Sbaglia chi è convinto che il non credere in un Essere superiore rappresenti un progresso della nostra società: il risultato è sotto i nostri occhi: ricerca continua di emozioni, perdita del concetto del sacro e della vita anche in chi non scivola nella violenza fisica. Senza Dio non ci può essere umanità, tanto meno saggezza, perché “c’è nesso tra la crescita della follia e la perdita del Lume divino”. -

Nella politica, nella società e in qualunque contesto, familiare, individuale e comunitario, tutto fallisce se non c'è Dio.  
 Sempre!
L'uomo sminuisce se stesso!
 Non sono io a dirlo, ma  i fatti  testimoniano quello che nessuno vuol comprendere.


mercoledì 22 maggio 2013

DON TONINO BELLO


Non fidatevi dei cristiani “autentici” che non incidono la crosta della civiltà.
Fidatevi dei cristiani “autentici sovversivi” come san Francesco d’Assisi che ai soldati schierati per le crociate sconsigliava di partire.
Il cristiano autentico è sempre un "sovversivo".
Uno che va contro corrente, non per posa, ma perché sa che il Vangelo non è omologabile alla mentalità corrente.
don Tonino Bello


                         


.....CHE POSSIATE PASSARE DAI CRINALI DELL'ASCOLTO DELLE EMOZIONI SUI CRINALI SCOSCESI DELLA PRASSI CHE V'IMPEGNATE CHE VI SPORCHIATE LE MANI .......

martedì 21 maggio 2013

PERCHE' A ME?

E' SOLO UNA STORIELLA MA A ME PIACE PENSARE CHE IN CIELO FUNZIONI PROPRIO COSI'....
Dio in paradiso  dà istruzioni agli angeli,per affidare ad ogni famiglia un bambino Gli angeli prendono nota in un registro gigantesco. 
«fam. Rossi: mandiamoci Mario. Santo patrono, Matteo» 
«fam. Bianchi:per loro sta bene Anna. Santa patrona, Cecilia» 

«fam.Rossini: per loro i gemelli Luca e Gianni. Santo patrono, beh!, gli diamo Gerardo. È abituato alla scarsa religiosità».
Finalmente, passa un nome a un angelo e sorride: «A questa futura mamma, diamole Antonio il bambino disabile».L'angelo è curioso. «Perché a questa qui, Dio? È così felice».
«Esattamente», risponde Dio sorridendo. «Potrei mai dare un figlio handicappato a una donna che non conosce l'allegria? Sarebbe una cosa crudele»
«Ma ha pazienza?», chiese l'angelo.
«Non voglio che abbia troppa pazienza, altrimenti affogherà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superati lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà». «Ma, Signore,penso che quella donna,non creda nemmeno in Te».sorride. «Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta. È dotata del giusto egoismo». L'angelo resta senza fiato. «Egoismo? È una virtù?» Dio annuisce. «Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravvivrà mai. Sì, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno che perfetto. Ancora non se ne rende conto, ma sarà da invidiare.Darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune. Quando il bambino dirà "mamma" per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere le mie creazioni.Consentirò di vedere chiaramente le cose che vedo io -ignoranza, crudeltà, pregiudizio -, e le concederò di levarsi al di sopra di esse.Imparerà a distinguere l'essenziale dal superfluo e la sua vita sarà serena perchè diventerà semplicemente semplice.  Non sarà mai sola. Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poiché starà facendo il mio lavoro infallibilmente come se fosse al mio fianco».
«E per il santo patrono?», chiede l'angelo, tenendo la penna sollevata.Dio sorride. «Le basterà specchiarsi, sarà lei il Santo patrono di suo figlio».



LA DISABILITA' E'  PER CERTI VERSI SEMPRE DOLOROSA E SEMBRA CHE IO L'ABBIA VOLUTA VESTIRE DI MELASSA , NON E PROPRIO L'IMPRESSIONE CHE AVREI VOLUTO DARE,  MA SPESSO ABBIAMO  BISOGNO  DI UNA DOSE ECCESSIVA DI ZUCCHERO PER POTER SORRIDERE  ALLA VITA .CHIEDO SCUSA A CHI  SI SENTE OFFESO E VIVE LA DIVERSITA' IN MODO TRAGICO .CAPISCO BENE, MA POSSO ASSICURARE CHE  QUELLA CROCE CHE ADESSO  SENTITE COME UN PESO DIVENTERA' AMORE.

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PERCHE' A ME?


E' il grido angosciante  e spesso silenzioso, racchiuso nel deserto dell'anima , dei genitori che, alla nascita di un figlio, si sentono dire dai medici...non sarà normale ( cos'è la normalità?) ,avrà problemi più o meno gravi , sarà un bambino disabile....quel grido si eleva silenziosamente a Dio,- perché a me? cosa ho fatto di male? -Dio risponde, ma non vogliamo capire o facciamo finta di non capire ...la disperazione, l'angoscia, l'ansia,  la paura sono  più forti della Sua risposta .Non comprendiamo, spesso non accettiamo, ma andiamo avanti comunque,  ci viene in soccorso l'istinto di maternità/paternità,- quel bambino è nostro figlio, va curato, amato, coccolato è mio figlio Dio, non tuo , resta lontano dai nostri "affari"- Dio tace, ma è sempre presente...-un giorno capirete,accoglierete la mia risposta - pensa Dio.
Quel giorno arriva sempre. Cosa ho fatto di male? -nulla tu sei perfetta, sei un mio prodigio e sapevo a chi affidavo un mio figlio, siete i genitori adatti per prendervi cura di lui.-risponde Dio
Un figlio disabile non è il frutto di una colpa, ma è un dono per renderci migliori di noi stessi, per elevarci ancora di più, per capire meglio l'amore vero e  raggiungere più velocemente, se pur con fatica,  "Dio". E' una impresa quotidiana,  una responsabilità che non finisce mai, una spina spesso insopportabile, si cede sovente allo sconforto, si ha l'impressione di non farcela (è solo impressione) , ma non siamo mai soli, anche se sembra il contrario, e.... ce la faremo,sempre. 

lunedì 20 maggio 2013

CREDO NELLA PREGHIERA

PREGHIERA DI CHI SI AMA


Se non condivido la tua vita, la mia si complica. 
Se non ti cammino accanto, mi affatico. 
Se non ti comprendo, mi confondo. 
Se ti ferisco, mi sento lacerato. 
Se ti escludo, perdo le mie radici. 
Se ti trascuro, mi sento ingiusto. 
Se non percorro la tua strada, smarrisco la mia.
Ti ascolto e mi ritrovo più saggio. 
Ti ringrazio e divento più ricco. 
Ti parlo e guarisco le mie ferite. 
Ho fiducia in te e cresce la mia speranza. 
Ti accarezzo e mi sento appagato. 
Mi consegno a te e mi sento protetto.
Ti stimo e sento di valere. 
Ti guardo con purezza e comprendo ciò che è sacro.
Ti sono fedele e mi sento genitore affidabile.
Cerco la tua anima e trovo la mia. 
Cerco di essere più degno per te e mi sento degno di Dio.

Prego per te e Dio mi sorride.

CREDO

Credo che la preghiera non è tutto,
ma che tutto deve cominciare dalla preghiera:
perché l'intelligenza umana è troppo debole;
perché l'uomo che agisce senza Dio
non dà mai il meglio di se stesso.

Credo che Gesù Cristo, dandoci il "Padre Nostro"
ci ha voluto insegnare che la preghiera è amore.
Credo che la preghiera non ha bisogno di parole,
perché l'amore non ha bisogno di parole.

Credo che si può pregare
tacendo, soffrendo, lavorando,
ma il silenzio è preghiera solo se si ama,
la sofferenza è preghiera solo se si ama,
il lavoro è preghiera solo se si ama.

Credo che non sapremo mai con esattezza
se la nostra è preghiera o non lo è.
Ma esiste un test infallibile della preghiera:
se cresciamo nell'amore,
se cresciamo nel distacco dal male,
se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio.

Credo che impara a pregare
solo chi impara a tacere davanti a Dio.
e a resistere al silenzio di Dio

Credo che tutti i giorni dobbiamo
chiedere al Signore il dono della preghiera,
perché chi impara a pregare impara a vivere.
(Un monaco nel mondo)

INSEGNACI A NON AMARE NOI STESSI

Signore insegnaci a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri,
a non amare soltanto quelli che amiamo.
Insegnaci a pensare agli altri,
ad amare quelli che nessuno ama.

Signore, facci soffrire della sofferenza altrui.
Facci la grazia di capire che ad ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice,
protetta da Te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.

 Signore, abbi pietà
di tutti i poveri del mondo
Abbi pietà dei lebbrosi,
ai quali Tu così spesso hai sorriso
quand'eri su questa terra;
pietà dei milioni di lebbrosi,
che tendono verso la tua misericordia
le mani senza dita,
le braccia senza mani...

 E perdona a noi di averli,
per una irragionevole paura, abbandonati.
E non permettere più, Signore,
che noi viviamo felici da soli.

 Facci sentire l'angoscia
della miseria universale,
e liberaci da noi stessi.


Così sia!
Raoul Follerau

PREGHIERA DEL MATTINO

Al cominciar del giorno, Dio, ti chiamo.
Aiutami a pregare e a raccogliere i miei pensieri su di te;
da solo non sono capace.
C'è buio in me, in Te invece c'è luce;
sono solo, ma tu non m'abbandoni;
non ho coraggio, ma Tu mi sei d'aiuto;
sono inquieto, ma in Te c'è la pace;
c'è amarezza in me, in Te pazienza;
non capisco le tue vie,
ma tu sai qual è la mia strada.
Padre del cielo,
siano lode e grazie a Te
per la quiete della notte,
siano lode e grazie a Te
per il nuovo giorno.
Signore,
qualunque cosa rechi questo giorno,
il tuo nome sia lodato! Amen.
(Dietrich Bonhoeffer)


sabato 18 maggio 2013

IO PREGHERO' IL PADRE ED EGLI VI DARA' UN ALTRO PARACLITO



+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Parola del Signore 

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Mentre gli Apostoli erano chiusi e impauriti nel Cenacolo discende su di loro lo Spirito Santo: è il dono atteso,promesso da Gesù 
Non è un vento, è un'uragano  che li devasta, li scuote  dalle loro paure e dalle loro incertezze,. è un fuoco che divampa dentro di loro, li consuma. È più folle e più anarchico di come neppure osassero immaginare. Più di ogni altra luce, più di ogni convinzione o determinazione, più di ogni progetto.Il loro cuore ora è gonfio di gioia, ardore, coraggio, sapienza.... aprono le porte escono dal Cenacolo per testimoniare il Risorto 

LE NOSTRE COMUNITA', LE NOSTRE CITTA', AVREBBERO BISOGNO DI UN'ALTRA "PENTECOSTE" di un pieno di Spirito Santo che smuova le nostre coscienze.

Noi Cristiani  viviamo come gli Apostoli, impauriti nel Cenacolo , la paura e la tentazione di chiudersi in piccoli gruppi, credendo tutti gli altri nemici da combattere, siamo Cristiani opportunisti e  a metà, solo quando ci conviene. Abbiamo bisogno dello Spirito Santo del Suo fuoco che arda  i nostri cuori  e del Suo vento che apra le porte e ci     spinga per le strade  a testimoniare sempre , con la nostra vita, Gesù.
(Don Vittorio)

martedì 14 maggio 2013

LA FESTA DELLA PENTECOSTE: origine giudaica


Nella Bibbia giudaica la Pentecoste era un’importante celebrazione religiosa di  ringraziamento per il primo raccolto, una festa calcolata affinché coincidesse con la maturazione del grano (Es 23,16a; Lv 23,15-20). Era concepita perché fosse celebrata da tutti i popoli, non solo  quello di Israele ma anche dagli stranieri (Dt 16,10-11). Poiché la sua data era calcolata contando  sette settimane dalla Pasqua ebraica e rappresentava il giorno in cui era offerto il frutto del primo  cereale dell’anno (cioè l’orzo che matura prima del grano; Lv 23,15), essa era comunemente  conosciuta come la festa delle settimane (Es 34,22a; Nm 28,26; cfr. Dt 16,9-10). La Pentecoste perciò era strettamente legata alla Pasqua ebraica, non solo perché la sua data
dipendeva dalla Pasqua, ma perché proprio in questa occasione ci si scambiava il frutto del raccolto.
L’occasione appropriata della Pentecoste per il dono dello Spirito Santo potrebbe derivare dal fatto che essa simboleggia il periodo in cui si raccolgono i primi frutti della nuova creazione scaturita dalla morte di Gesù, cioè i discepoli riempiti con lo Spirito ed emergenti come il centro del nuovo popolo di Dio (Ger 31, [38 LXX] 33-34; Ez 36,22-32).
Il parallelismo, inoltre, concorda col fatto che l’effusione dello Spirito durante la Pentecoste non rappresenta un avvenimento unico che non può più ripetersi ma è semplicemente il primo tra tanti altri: ad ogni stagione si può sperimentare la ricchezza del dono di Dio e della terra.

- Nel periodo rabbinico, la festa della Pentecoste si era trasformata in anniversario del dono  dei comandamenti e della Legge sul Sinai Alleanza conclusa da Dio con il Suo popolo
Dopo la morte di Gesù, la rivelazione di Dio sul Sinai a Mosè, è stata rinnovata e superata dalla rivelazione di Dio, attraverso lo Spirito, ai centoventi che erano  in attesa a Gerusalemme. Da questo momento in poi  il rapporto con Dio  cambia, non è più un rapporto basato sulla "legge" ma un rapporto basato sull'amore.

PENTECOSTE, FESTA DIFFICILE: Don Tonino Bello


…… la Pentecoste è una festa difficile. Ma non perchè lo Spirito Santo anche per molti battezzati e cresimati è un illustre sconosciuto.
È difficile, perché provoca l'uomo a liberarsi dai suoi complessi. 
Tre soprattutto, che a me sembra di poter individuare così:

Il complesso dell'ostrica.

Siamo troppo attaccati allo scoglio. Alle nostre sicurezze. Alle lusinghe gratificanti del passato. Ci piace la tana. Ci attira l'intimità del nido. Ci terrorizza l'idea di rompere gli ormeggi, di spiegare le vele, di avventurarci sul mare aperto. Se non la palude, ci piace lo stagno.
Di qui, la predilezione per la ripetitività, l'atrofia per l'avventura, il calo della fantasia.
Lo Spirito Santo, invece, ci chiama alla novità, ci invita al cambio, ci stimola a ricrearci.

Il complesso dell'una tantum.

È difficile per noi rimanere sulla corda, camminare sui cornicioni, sottoporci alla conversione permanente. Amiamo pagare una volta per tutte. Preferiamo correre soltanto per un tratto di strada. Ma poi, appena trovata una piazzola libera, ci stabilizziamo nel ristagno delle nostre abitudini, dei nostri comodi. E diventiamo borghesi.
Il cammino come costume ci terrorizza. Il sottoporci alla costanza di una revisione critica ci sgomenta. Affrontare il rischio di una itineranza faticosa e imprevedibile ci rattrista.
Lo Spirito Santo, invece, ci chiama a lasciare il sedentarismo comodo dei nostri parcheggi, per metterci sulla strada subendone i pericoli. Ci obbliga a pagare, senza comodità forfettarie, il prezzo delle piccole numerosissime rate di un impegno duro, scomodo, ma rinnovatore.

Il complesso della serialità.

Benché si dica il contrario, noi oggi amiamo le cose costruite in serie. Gli uomini fatti in serie. I gesti promossi in serie. Viviamo la tragedia dello standard, l'esasperazione dello schema, l'asfissia dell'etichetta. C'è un livellamento che fa paura. L 'originalità insospettisce. L 'estro provoca scetticismo. I colpi di genio intimoriscono. Chi non è inquadrato viene visto con diffidenza. Chi non si omogeneizza col sistema non merita credibilità. Di qui la crisi della protesta nei giovani e l'estinguersi della ribellione.
Lo Spirito Santo, invece, ci chiama all'accettazione del pluralismo, al rispetto della molteplicità, al rifiuto degli integralismi, alla gioia di intravedere che Lui unifica e compone le ricchezze della diversità.



La Pentecoste vi metta nel cuore una grande nostalgia del futuro. 
 Don Tonino Bello

domenica 12 maggio 2013

...SI STACCO' DA LORO E VENIVA PORTATO SU,IN CIELO.



+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Parola del Signore

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Per comprendere la festa liturgica dell’Ascensione bisogna rifarsi alla cultura dell’epoca, com’era concepito il rapporto tra il cielo e la terra. Dio era lontano dagli uomini e stava in cielo, e gli uomini naturalmente erano sulla terra. Pertanto tutto ciò che proveniva da Dio scendeva dall’alto, scendeva dal cielo, mentre tutto quel che andava verso Dio saliva verso il cielo.

venerdì 10 maggio 2013

ASCENSIONE


È salito al cielo, siede alla destra del Padre


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel Credo, troviamo l’affermazione che Gesù «è salito al cielo, siede alla destra del Padre». La vita terrena di Gesù culmina con l’evento dell’Ascensione, quando cioè Egli passa da questo mondo al Padre ed è innalzato alla sua destra. Qual è il significato di questo avvenimento? Quali ne sono le conseguenze per la nostra vita? Che cosa significa contemplare Gesù seduto alla destra del Padre? Su questo, lasciamoci guidare dall’evangelista Luca.

domenica 5 maggio 2013

«SE UNO MI AMA....."

...osserverà la mia Parola

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Parola del Signore

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 Gesù è chiaro "Se uno mi ama, osserverà la mia parola".
 la parola "osservare", che oggi troviamo nel vangelo, non significa semplicemente guardare, esprime un qualcosa di più, "custodire la Parola nel cuore e metterla in pratica nella vita".

sabato 4 maggio 2013

NON MANDATEMI AL CATECHISMO




"Questo libro è dedicato alla catechista semplice.
Alla mamma ,che non sa specificare le sottigliezze speculative e i passaggi teologici su "la famiglia Chiesa domestica" ma contribuisce a trasformare il clima della parrocchia da arcigno bastione del sacro a gioiosa famiglia di Dio"











NON MANDATEMI AL CATECHISMO

Cari genitori,ricomincia il catechismo Posso chiedervi una cosa?
Ve la chiedo: " NON  MI MANDATE  AL CATECHISMO"
Non mi piace che mi ...mandiate...in nessun posto!!
ne al catechismo, ne in quel paese.

venerdì 3 maggio 2013

DIO TACE






"Se sei onnipotente, non permettere le ingiustizie,le sofferenze ......
E perchè hai permesso che Arianna, proprio il giorno che ha ricevuto Te per la prima volta, è volata in cielo? fa qualcosa.....RISPONDI"
 Ma Dio tace  .......

LA ZONA GRIGIA
(Alessandro D'Avenia su Avvenire, 12 gennaio 2011)

Un uomo per la strada vede una ragazzina che trema, ha solo un vestito leggero, niente da mangiare. Si arrabbia con Dio: “Perché lo permetti? Perché non fai qualcosa?”. Dio tace.

Fatti di cronaca come quello del bimbo morto a Bologna mi inducono alla stessa reazione. Sono i fatti che appartengono alla zona grigia dell’esistenza, che fanno dubitare della bontà della creazione e del creatore. Creatore forse, ma Padre?

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