Nella Bibbia giudaica la Pentecoste era un’importante celebrazione religiosa di ringraziamento per il primo raccolto, una festa calcolata affinché coincidesse con la maturazione del grano (Es 23,16a; Lv 23,15-20). Era concepita perché fosse celebrata da tutti i popoli, non solo quello di Israele ma anche dagli stranieri (Dt 16,10-11). Poiché la sua data era calcolata contando sette settimane dalla Pasqua ebraica e rappresentava il giorno in cui era offerto il frutto del primo cereale dell’anno (cioè l’orzo che matura prima del grano; Lv 23,15), essa era comunemente conosciuta come la festa delle settimane (Es 34,22a; Nm 28,26; cfr. Dt 16,9-10). La Pentecoste perciò era strettamente legata alla Pasqua ebraica, non solo perché la sua data
dipendeva dalla Pasqua, ma perché proprio in questa occasione ci si scambiava il frutto del raccolto.
L’occasione appropriata della Pentecoste per il dono dello Spirito Santo potrebbe derivare dal fatto che essa simboleggia il periodo in cui si raccolgono i primi frutti della nuova creazione scaturita dalla morte di Gesù, cioè i discepoli riempiti con lo Spirito ed emergenti come il centro del nuovo popolo di Dio (Ger 31, [38 LXX] 33-34; Ez 36,22-32).
Il parallelismo, inoltre, concorda col fatto che l’effusione dello Spirito durante la Pentecoste non rappresenta un avvenimento unico che non può più ripetersi ma è semplicemente il primo tra tanti altri: ad ogni stagione si può sperimentare la ricchezza del dono di Dio e della terra.
- Nel periodo rabbinico, la festa della Pentecoste si era trasformata in anniversario del dono dei comandamenti e della Legge sul Sinai Alleanza conclusa da Dio con il Suo popolo
Dopo la morte di Gesù, la rivelazione di Dio sul Sinai a Mosè, è stata rinnovata e superata dalla rivelazione di Dio, attraverso lo Spirito, ai centoventi che erano in attesa a Gerusalemme. Da questo momento in poi il rapporto con Dio cambia, non è più un rapporto basato sulla "legge" ma un rapporto basato sull'amore.
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