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martedì 12 marzo 2013

UNA GRANDE SCONOSCIUTA



 Grazie all'input dato dal Concilio Vaticano II, la Bibbia è stata messa nelle mani dei fedeli. Ma quanti la leggono? E, tra costoro, quanti la comprendono come Parola capace di  interpretare e cambiare   la loro vita? Da uno studio fatto poco tempo fa è emerso che cinque cattolici su dieci non hanno mai letto nulla della Bibbia al di fuori delle letture della Celebrazioni Eucaristiche, un numero impressionante non conosce nemmeno tre titoli dei libri dell'Antico Testamento e qualcuno non sa che i Vangeli sono una parte della Bibbia. La vita del credente è spesso identificata  «con cerimonie e culti, con celebrazioni e feste che offrono l'apparenza della fedeltà a Dio, senza tuttavia impegnare la coscienza, senza davvero convertire il cuore» 
Il ritualismo  è un tentativo di fuggire dalla realtà , una realtà che tante volte non ci piace e ci fa paura ma decreta il trionfo  dell'esteriorità :    la ripetizione meccanica dei gesti, le pratiche religiose, e l'osservanza materiale delle norme. Gesù si muove in direzione opposta: pur non trascurando le tradizioni o i riti chiama in causa il cuore e l'intenzione (Mc 7,14-23) Nel rito, tende a prevalere la partecipazione emotiva del momento trascurando la quotidianità , ma alla lunga ,rivela tutta la sua precarietà se non è accompagnato dalla lettura  personale e metodica della Scrittura,  è l'unico modo che abbiamo di conoscere il Signore e non confondere le tradizioni con la Verità. «Tutto ciò che è scritto nella Bibbia è ispirato da Dio, e quindi è utile per insegnare la verità, per convincere, per correggere gli errori ed educare a vivere in modo giusto». (2 Tim3,16). 
 Il termine giusto o giustizia  indica la perfezione  della persona in quanto essere di relazione, la sua crescita interiore e la sua  capacità   di vivere nel riconoscimento e nel rispetto reale e fattivo dell'Altro e degli altri. 
Chi sente la problematica del senso della vita e di giustizia nel mondo  è nella condizione di ascoltare e comprendere ciò che la Parola vuole dirci  al riguardo. Occorre essere in sintonia con i problemi di fondo che la vita ci pone, solo così la Scrittura svela il suo senso e ci converte. 
Forse  la ricerca dell'Amore vero , della crescita interiore personale e della  giustizia non è al primo posto nelle preoccupazioni dei credenti? O forse siamo stati educati un po' troppo all'esteriorità, all'apparire e un po' troppo poco all'interiorità
Allora il Signore gli disse: "Voi Farisei vi preoccupate di lavare l'esterno dei piatti e dei bicchieri, ma all'interno siete sporchi, pieni di avidità e cattiveria!
 Sciocchi! Non è stato forse lo stesso Dio a fare sia l'interno che l'esterno?



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