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Il ritualismo è un tentativo di fuggire dalla realtà , una realtà che tante volte non ci piace e ci fa paura ma decreta il trionfo dell'esteriorità : la ripetizione meccanica dei gesti, le pratiche religiose, e l'osservanza materiale delle norme. Gesù si muove in direzione opposta: pur non trascurando le tradizioni o i riti chiama in causa il cuore e l'intenzione (Mc 7,14-23) Nel rito, tende a prevalere la partecipazione emotiva del momento trascurando la quotidianità , ma alla lunga ,rivela tutta la sua precarietà se non è accompagnato dalla lettura personale e metodica della Scrittura, è l'unico modo che abbiamo di conoscere il Signore e non confondere le tradizioni con la Verità. «Tutto ciò che è scritto nella Bibbia è ispirato da Dio, e quindi è utile per insegnare la verità, per convincere, per correggere gli errori ed educare a vivere in modo giusto». (2 Tim3,16).
Il termine giusto o giustizia indica la perfezione della persona in quanto essere di relazione, la sua crescita interiore e la sua capacità di vivere nel riconoscimento e nel rispetto reale e fattivo dell'Altro e degli altri.
Chi sente la problematica del senso della vita e di giustizia nel mondo è nella condizione di ascoltare e comprendere ciò che la Parola vuole dirci al riguardo. Occorre essere in sintonia con i problemi di fondo che la vita ci pone, solo così la Scrittura svela il suo senso e ci converte.
Forse la ricerca dell'Amore vero , della crescita interiore personale e della giustizia non è al primo posto nelle preoccupazioni dei credenti? O forse siamo stati educati un po' troppo all'esteriorità, all'apparire e un po' troppo poco all'interiorità
Allora il Signore gli disse: "Voi Farisei vi preoccupate di lavare l'esterno dei piatti e dei bicchieri, ma all'interno siete sporchi, pieni di avidità e cattiveria!
Sciocchi! Non è stato forse lo stesso Dio a fare sia l'interno che l'esterno?
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