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mercoledì 30 ottobre 2013

MA GESU' E' DAVVERO ESISTITO?

Non è solo  la domanda di una bambina del dopo comunione ( e già mi sembra tragico) ma è la domanda di tanti adulti che si professano cristiani ,qualche volta partecipano alla messa domenicale e si avvicinano anche all'Eucarestia ...chiedo scusa se offendo qualcuno ma la domanda mi viene spontanea, se Gesù per voi non è esistito, quell'ostia che state per prendere che cos'è?  una caramella a frutta? 
Sono più coerenti, almeno all'apparenza, quelle persone che si dichiarano atei, non vogliono aver nulla a che fare con preti e Messe,  e di conseguenza si giustificano dicendo  che Gesù  è una bufala, non è mai esistito Anche a queste persone io avrei da dire qualcosa,  senza giudicare ovviamente  (ognuno è libero di pensarla come vuole) Ma oltre a facebook,avete mai aperto qualche pagina di internet dove si parla di Gesù storico o parlate tanto per aprire la bocca? 
Mi piace molto Eugenio Scalfari , fondatore del quotidiano La Repubblica, che si dichiara apertamente ateo , ha una grande apertura mentale e non ha pregiudizi in merito in più ha un'estesa cultura sul cristianesimo, sulle sue origini e sulla storia del vaticano  da far invidia a noi sedicenti cristiani.
Si, Gesù è davvero esistito.... anche se  le fonti storiche sono scarse e tantissime  sono andate perdute , non è una scusa plausibile per avere dubbi sulla storicità di Gesù.



GIUSEPPE FLAVIO; (Gerusalemme, 37 circa – Roma, 100 circa) è stato uno scrittore, storico, politico e militare romano di origine ebraica

Nel suo trattato Antichità Giudaiche scrive:
"Allo stesso tempo, circa, visse Gesù, uomo saggio, se pure uno lo può chiamare uomo; poiché egli compì opere sorprendenti, e fu maestro di persone che accoglievano con piacere la verità. Egli conquistò molti Giudei e molti Greci. Egli era il Cristo.....Quando Pilato udì che dai principali nostri uomini era accusato, lo condannò alla croce. Coloro che fin da principio lo avevano amato non cessarono di aderire a lui. Nel terzo giorno, apparve loro nuovamente vivo: perché i profeti di Dio avevano profetato queste e innumeri altre cose meravigliose su di lui. E fino ad oggi non è venuta meno la tribù di coloro che da lui sono detti Cristiani........

Antichità Giudaiche,Libro XVIII:63 e 64 - Versione in Arabo
Ci fu verso quel tempo un uomo saggio che era chiamato Gesù, che dimostrava una buona condotta di vita ed era considerato virtuoso (o: dotto), e aveva come allievi molta gente dei Giudei e degli altri popoli.
Pilato lo condannò alla crocifissione e alla morte, ma coloro che erano stati suoi discepoli non rinunciarono al suo discepolato (o: dottrina) e raccontarono che egli era loro apparso tre giorni dopo la crocifissione ed era vivo, ed era probabilmente il Cristo del quale i profeti hanno detto meraviglie

Antichità Giudaiche,Libro XX:200
Con il carattere che aveva, Anano pensò di avere un'occasione favorevole alla morte di Festo mentre Albino era ancora in viaggio: così convocò i giudici del Sinedrio e introdusse davanti a loro un uomo di nome Giacomo, fratello di Gesù, che era soprannominato Cristo, e certi altri, con l'accusa di avere trasgredito la Legge, e li consegnò perché fossero lapidati.


MARA BAR SERAPION storico siriano  vissuto intorno all'anno 73 dC

 in una lettera al fratello Serapione così scrive:
« Quale vantaggio trassero gli Ateniesi dall'aver ucciso Socrate? Ne ottennero carestia e morte. O gli abitanti di Samo per aver bruciato Pitagora? In un momento tutto il loro paese fu coperto dalla sabbia. O i Giudei, per il loro saggio re? Da quel tempo fu sottratto loro il regno.
Dio vendicò giustamente la saggezza di questi tre uomini: gli Ateniesi morirono di fame, gli abitanti di Samo furono travolti dal mare, i Giudei furono eliminati e cacciati fuori dal loro regno, e sono ora dispersi per tutte le terre. Socrate non è morto, grazie a Platone; né Pitagora, grazie alla statua di Hera, né il saggio re, grazie alle nuove leggi che ha stabilito »

Tra gli studiosi c'è un consenso di massima nell'identificare il "saggio re dei Giudei" con Gesù. La lettera propone infatti esempi di maestri di pensiero, mentre non si ha notizia di un re dei Giudei ucciso dagli stessi giudei: proprio l'imputazione di "Re dei giudei" fu inoltre usata, secondo i vangeli, per ottenere la condanna di Gesù. I tempi sono inoltre congruenti: la morte di Gesù è seguita dopo alcuni decenni dalla caduta di Gerusalemme e dalla fine del regno. Il documento potrebbe quindi costituire una delle prime, se non la prima, testimonianza storica esterna all'ambiente cristiano o ebraico a Gesù.
(Manoscritti siriaci del British Museum: Supplemento 14, 658)



PUBLIO CORNELIO TACITO (55 – 120) è stato un oratore e senatore romano oltre ad essere 

uno degli storici più importanti dell'antichità. 

Negli ANNALI (Vita di Claudio Nerone) scrive:
Ma non le risorse umane, non i contributi del principe, non le pratiche religiose di propiziazione potevano far tacere le voci sui tremendi sospetti che qualcuno avesse voluto l'incendio. Allora, per soffocare ogni diceria, Nerone spacciò per colpevoli e condannò a pene di crudeltà particolarmente ricercata quelli che il volgo, detestandoli per le loro infamie, chiamava cristiani. Derivavano il loro nome da Cristo, condannato al supplizio, sotto l'imperatore Tiberio, dal procuratore Ponzio Pilato

GAIO SVETONIO TRANQUILLO chiamato talvolta Suetonio(70 – 126), è stato uno scrittore romano

Nella Vita dei Cesari scrive:
Poiché i Giudei si sollevavano continuamente su istigazione di un certo Cresto, li scacciò da Roma.


EUSEBIO DI CESAREA(Cesarea in Palestina, 265 – Cesarea in Palestina probabilmente, 340) è stato un vescovo e scrittore greco antico, padre della Chiesa. Fu consigliere e biografo dell'imperatore romano Costantino I. Forse gli scritti di  Eusebio di Cesarea sono un po di parte essendo stato Vescovo,  ma resta pur sempre una buona  fonte storica

Nella Storia Ecclesiatica, scrive:
1. La miracolosa risurrezione del Salvatore nostro e la sua ascensione al cielo erano già note da tempo alle genti. E poiché una consuetudine antica imponeva ai governatori provinciali di segnalare all'autorità dell'imperatore ciò che di nuovo accadesse nel loro territorio così che nessun fatto gli sfuggisse, Pilato informò l'imperatore Tiberio della risurrezione dai morti del Salvatore nostro Gesù, cosa di cui parlava ormai tutta la Palestina.
2. Ed era venuto a sapere anche degli altri suoi miracoli, e che la folla lo credeva già Dio, risuscitato dai morti dopo la passione. Dicono che Tiberio riferì questo in Senato per l'approvazione, ma la proposta venne respinta, in apparenza perché non era stata sottoposta a previo esame - un'antica legge comandava in-fatti ai Romani di non riconoscere nessuno come Dio, se non per voto e decreto del Senato -, ma in realtà perché l'insegnamento salutare del messaggio divino non aveva bisogno né della conferma né dell'appoggio degli uomini.
3. Così il Senato romano respinse la relazione sottopostagli a proposito del Salvatore nostro, ma Tiberio mantenne l'opinione che aveva e non escogitò alcun male contro la dottrina di Cristo.

QUINTO SETTIMIO FIORENTE TERTULLIANO (Cartagine, 155 circa – 230 circa) è stato uno scrittore romano,  fra i più celebri del suo tempo

Nella APOLOGIA scrive:
1. Per dire una parola sull'origine di tali leggi, esisteva un vecchio decreto, che nessun dio fosse da un capitano consacrato, se l'approvazione del senato ottenuto questo dio non avesse. Lo sa Marco Emilio del suo dio Alburno. Anche questo fa alla nostra causa, che tra di voi l'accoglimento di una divinità dall'arbitrio degli uomini viene fatto dipendere. Se un dio dell'uomo il gradimento non avrà incontrato, non sarà dio: sarà ormai l'uomo, che dovrà mostrarsi propizio al dio.
2. Dunque Tiberio, al tempo del quale il Cristianesimo entrò nel mondo, i fatti annunziatigli dalla Siria Palestina, che colà la verità avevano rivelato della Divinità stessa, sottomise al parere del senato, votando egli per primo favorevolmente. Il senato, poiché quei fatti non aveva esso approvati, li rigettò. Cesare restò del suo parere, pericolo minacciando agli accusatori dei Cristiani.
3. Consultate le vostre memorie: vi troverete che Nerone per la prima volta con la spada imperiale contro questa setta infierì, che proprio allora sorgeva in Roma. Di un tale iniziatore della nostra condanna anche ci gloriamo. Chi infatti costui conosce, può comprendere che non poté non essere un qualche gran bene quello che fu da Nerone condannato.



L’immagine di Cristo e del Cristianesimo che si evince da questi pochi frammenti storici è diversa da quello che si evince nei Vangeli. Forse è perché  allo storico  non interessava riportare la storia del fondatore di una "setta  eretica dell’Ebraismo",  per giunta  condannato a morte dal governatore romano in una regione remota  dell’Impero e, il Cristianesimo veniva considerato nient’altro che una delle tante sette religiose dell’impero con in più una connotazione decisamente negativa


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