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venerdì 22 novembre 2013

LA VERA FOLLIA DEL CRISTIANESIMO


Oggi  celebriamo la vera follia del cristianesimo, 

 se presa sul serio,
 ci farebbe tutti mettere in ginocchio ad adorare l'infinita misura di Dio. 
(Paolo Curtaz)






La Solennità di Cristo Re dell'Universo indica un ricordo particolare di Gesù Cristo visto come Re di tutto l'universo.
Papa Pio XI stabilì la festa con l'enciclica Quas Primas dell'11 dicembre 1925. 
Dice il Papa nell'Enciclica:
« E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun'altra cosa possa maggiormente giovare quanto l'istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re. »
(Pio XI, Quas primas)
Cristo è chiamato a guidare il popolo di Dio, ad esserne condottiero , la sua regalità è di origine divina ed ha il primato su tutto, perché in lui il Padre ha posto la pienezza di tutte le cose .


La festa coincide con l’ultima domenica dell’anno liturgico.


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La regalità di Cristo o, come recita la dicitura sul Messale, la Solennità di Gesù Cristo re dell'Universo, ci mancava.....le istituzioni degli uomini vacillano, le ansie e gli scempi della natura  stringono il cuore di tutti, credenti o meno, non ci dispiacerebbe un bel finale della storia con l'arrivo dei nostri, come nei film western degli anni Sessanta il Cristo re.
Ma dove? Ma dov'è il suo regno, dov'è mai la terra come Lui la sogna, la nuova architettura del mondo e dei rapporti umani? Lui, venuto come se non fosse venuto... Le ragioni per scoraggiarsi sono dovunque, la nostra storia fatta di armi e violenze continuano a dettare legge e non lasciano intravedere il regno promesso. 
La festa di Cristo re  significa che  Cristo avrà l'ultima parola su tutta la storia anche su quella mia e sulla tua, significa non arrendersi all'apparente sconfitta di Dio. significa creare spazi che rappresentano il Regno proprio dove io sto vivendo, nella famiglia, nella mia comunità: piccoli spazi pubblicitari per dire agli smarriti di cuore: ecco, Dio vi ama.

La regalità di Gesù è una regalità che contraddice la nostra visione di Dio.
Perché questo Dio sembra  il più sconfitto di tutti gli sconfitti, fragile più di ogni fragilità. Un re appeso nudo ad una croce, un re che necessita di un cartello per essere identificato.
Un Dio sconfitto per amore, un Dio che - inaspettatamente - manifesta la sua grandezza nell'amore e nel perdono. Un Dio che  si mette in gioco, si scopre, si svela, si consegna.



"Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso"
Frase che Luca fa dire anche ai sacerdoti e ai soldati pagani: tutti concordano nel ritenere un segno di debolezza il dover dipendere dagli altri. Il potente, così come ce lo immaginiamo, è colui che salva se stesso, può permettersi di pensare solo a sé, ha i mezzi per essere soddisfatto, senza avere bisogno degli altri.
Gesù è venuto a raccontare  Dio, un Dio diverso dal Dio che c'immaginiamo  . Lui, figlio del Padre si dona e ci dice veramente chi è Dio.
E l'uomo replica. "No, grazie". Forse preferiamo un Dio un po' severo e scostante, sommo egoista, bastante a se stesso, potente da convincere e da tenere buono?
No, il nostro Dio non salva se stesso, salva noi, salva me.
Dio si auto-realizza donandosi, relazionandosi, aprendosi a me, a noi.Cristo ha la forza regale e divina di dimenticare se stesso appeso ad una croce per entrare nella paura e nella speranza dell'altro, anche se l'altro è un ladro appeso come Lui ad una croce. Nel suo limite più basso l'uomo è sempre e ancora amabile per Dio, basta solo la sincerità del cuore.
Lo vogliamo davvero un Dio così? Un Dio apparentemente debole che sta dalla parte dei deboli? O vogliamo  un dio potente, egoista, severo, arrogante....?









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