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domenica 1 settembre 2013

SANTA FAUSTINA KOWALSKA


Dalle profondità dell'essere infinito. — «Nessun'anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto. La mia misericordia è infinita e nessun angelo, nessuna creatura umana, potrà penetrarla fino in fondo per quanto duri l'eternità. Tutto ciò che esiste uscì dal profondo della mia misericordia per tutta l'eternità ogni anima è chiamata a contemplare la grandezza illimitata del mio amore e della mia misericordia. La festa della misericordia è uscita dal profondo del mio essere infinito e desidero che venga solennemente celebrata nella domenica che segue alla Pasqua di risurrezione. L'umanità non gusterà la pace, finché non verrà ad attingerla alle sorgenti della mia misericordia»







Le mani tese di Dio verso gli uomini. — Dice Gesù: «Non voglio punire l'umanità che soffre. La mia mano impugna mal volentieri la spada della giustizia. Prima del giorno del giudizio, invio il giorno della misericordia. Tutta l'umanità conosca che infinita è la mia pura bontà nei suoi confronti. Questa conoscenza e questa fede sono il segno dell'era finale. Seguirà il giorno del giudizio. Finché è tempo, ricorrano tutti alle sorgenti della mia misericordia; aprano l'anima loro al sangue e all'acqua, che, sulla croce, per tutti è scaturito!».



O vita grigia e monotona. — O vita grigia e monotona di tutti i giorni, quanti tesori tu racchiudi in te! A guardare con l'occhio della fede, nessuna ora è identica alla precedente, per cui scompaiono la monotonia e il grigiore. La grazia che mi è stata destinata per l'ora attuale non si ripeterà più nell'ora seguente: una grazia mi verrà concessa ancora, ma non sarà più la stessa. Il tempo passa e non ritorna indietro. Ciò che vi inseriamo non sarà più cancellato: resta inciso su di esso come un sigillo per l'eternità.





La pazienza per ricavare l'esperienza. — Trovo sempre luce e forza d'animo nella preghiera. Vi sono talvolta, però, momenti tanto difficili e penosi per me, che talvolta mi domando come ciò possa accadere in una casa religiosa. Sono convinta che Dio permetta talvolta cose strane unicamente con lo scopo di far giungere un'anima a una migliore formazione. A questo devono servire le contraddizioni della vita.
O vita grigia e piena di accadimenti incomprensibili in cui esercito la pazienza per ricavarne l'esperienza, pur imparando ogni giorno qualche cosa, m'accorgo di saper sempre troppo poco. Non mi scoraggio; ringrazio Dio, piuttosto, di costringermi a conoscere me stessa.




Mi credi, adesso? — Dal giorno in cui sento la spinta a lavorare in favore della festa voluta da Gesù e per l'esecuzione dell'immagine, non trovo pace. Mi prende il timore d'essere un'illusa, anche se simile pensiero mi viene insinuato dall'esterno. Perfino il confessore sembra aver paura d'ascoltarmi. Ciò costituisce in particolare il mio tormento.
Quando m'accorsi di trovare poco aiuto negli uomini, ricorsi a Gesù. Conoscevo un'alunna caparbiamente renitente all'idea di confessarsi e d'accostarsi agli altri sacramenti. Dissi a Gesù: «Se sei veramente tu a parlarmi, ti prego che quell'alunna vada oggi stesso a confessarsi». Vidi con stupore quella ragazza chiedere immediatamente un sacerdote. Ne stupì anche la suora alla quale la fanciulla si rivolse, ma provvide su due piedi a chiamare un confessore. In quel momento, udii dentro di me queste parole: «Mi credi, adesso?». Una nuova forza penetrò dentro di me e fui meravigliata d'aver potuto dubitare.




Pregava con maggiore intensità. — Una sera, entrando in cappella, udii nell'anima queste parole: «Entrato in agonia, Gesù pregava con maggiore intensità». Conobbi allora quanta perseveranza occorre nel pregare e come, qualche volta, la nostra salvezza dipenda proprio da una preghiera tanto faticosa. Per perseverare nella preghiera l'anima deve armarsi di pazienza e coraggiosamente superare difficoltà interiori ed esteriori. Difficoltà interiori sono la stanchezza, lo scoraggiamento, l'aridità, le tentazioni; quelle esteriori provengono, invece, da ragioni di rapporti umani





Desidero la fiducia delle mie creature. — «Desidero che ogni anima conosca la mia bontà. Desidero la fiducia delle mie creature. Incoraggia le anime ad aprire tutta la loro fiducia alla mia misericordia. L'anima debole e peccatrice non abbia paura di avvicinarsi a me, perché se avesse più peccati di quanti granelli di sabbia vi sono sulla terra, tutti scompariranno nell'abisso infinito del mio perdono»




 La mancanza di fiducia. — Stavo per partire da Wilno. Una delle suore, oramai anziana, mi disse che già da molto tempo soffriva perché era convinta di confessarsi male e dubitava che Gesù le avesse perdonato. Inutilmente i suoi confessori le raccomandavano di aver fiducia e di restare in pace. Parlando a me, la suora insistette in questo modo: «So che Gesù tratta direttamente con te, sorella; chiedigli dunque se egli accetta le mie confessioni e se io posso dire d'essere stata perdonata». Glielo promisi. La sera stessa udii queste parole: «Dille che la sua mancanza di fiducia mi ferisce più dei suoi peccati».




Il nemico della misericordia. — Il diavolo mi confessò ch'egli mi odiava. Mi disse che mille anime insieme gli recavano meno danno di me, quando parlavo della misericordia infinita di Dio. Diceva lo spirito del male: «Quando capiscono che Dio è misericordioso, i peggiori peccatori riprendono fiducia e si convertono, mentre io perdo tutto; tu mi tormenti, quando fai conoscere che Dio è misericordioso all'infinito». Mi resi conto quanto satana odia la divina misericordia. Egli non vuole riconoscere che Dio sia buono. Il suo regno diabolico viene limitato da ogni nostro atto di bontà.

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