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sabato 15 febbraio 2014

IL PAPA NEL GIORNO DI SAN VALENTINO

Un matrimonio non è riuscito solo se dura, 
ma è importante la sua qualità. 
Stare insieme e 
sapersi amare per sempre 
è la sfida degli sposi cristiani



Amarsi è quasi un «lavoro artigianale» che va compiuto con pazienza, giorno per giorno, con obiettivi precisi: «Il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito. Crescere anche in umanità. Questo si chiama crescere insieme. Ma questo non viene dall'aria, il Signore benedice, ma viene dalle vostre mani, dai vostri atteggiamenti, procurare che l'altro cresca, lavorare per questo»


Permesso, grazie, scusa.... 

“Permesso?”. 
È la richiesta gentile di poter entrare nella vita di qualcun altro, ha detto Francesco, «con rispetto e attenzione. Bisogna imparare a chiedere: posso fare questo? Ti piace che facciamo così? Che prendiamo questa iniziativa, che educhiamo così i figli? Vuoi che questa sera usciamo?... Insomma, chiedere permesso significa saper entrare con cortesia nella vita degli altri. A volte invece si usano maniere un po’ pesanti, come certi scarponi da montagna! L’amore vero non si impone con durezza e aggressività... E oggi nelle nostre famiglie, nel nostro mondo, spesso violento e arrogante, c’è bisogno di molta più cortesia».

“Grazie”. 
Sembra facile pronunciare questa parola - ha spiegato Francesco - ma sappiamo che non è così… Però è importante! La insegniamo ai bambini, ma poi la dimentichiamo! sappiamo ringraziare? Nella vostra relazione, e domani nella vita matrimoniale, è importante tenere viva la coscienza che l’altra persona è un dono di Dio, e bisogna rendere grazie sempre a Dio dei suoi doni. E in questo atteggiamento interiore dirsi grazie a vicenda, per ogni cosa. Non è una parola gentile da usare con gli estranei, per essere educati. Bisogna sapersi dire grazie, per andare avanti bene insieme. 

"Scusa"
 «Nella vita facciamo tanti errori, tanti sbagli. Li facciamo tutti. Forse non c’è giorno in cui non facciamo qualche sbaglio. Ecco allora la necessità di usare questa semplice parola», ha osservato Francesco. «Impariamo a riconoscere i nostri errori e a chiedere scusa. “Scusa se ho alzato la voce”; “scusa se sono passato senza salutare”; “scusa se ho fatto tardi”, “se questa settimana sono stato così silenzioso”, “se ho parlato troppo senza ascoltare mai”; “scusa se mi sono dimenticato”… Anche così cresce una famiglia cristiana. Sappiamo tutti che non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta. Non parliamo della suocera perfetta. Esistiamo noi, peccatori. Gesù, che ci conosce bene, ci insegna un segreto: non finire mai una giornata senza chiedersi perdono... È abituale litigare tra gli sposi, ma mai finire la giornata senza fare la pace!». Se non finisci la giornata facendo la pace, «quello che hai dentro, il giorno dopo è più freddo, è più duro...».

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