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giovedì 25 luglio 2013

LE DIECI "ENCICLICHE" DI PAPA FRANCESCO

è il libro nel quale, John L. Allen, jr elenca i dieci gesti del nuovo pontefice 
che hanno colpito il mondo.





Ancor prima dell'enciclica di si puo dire che Papa Francesco abbia già segnato il suo pontificato con gli atteggiamenti che ha assunto e i gesti,si sa, sono più eloquenti, comprensibili e coerenti  dei ragionamenti contenuti in un'enciclica vera e propria.

POVERTÀ. Il primo aspetto è il desiderio del papa che la Chiesa sia “povera, e per i poveri”. L'idea guida è che Cristo è venuto per offrire amore e salvezza a tutti, ma in particolare agli “ultimi”, a livello economico ma anche sociale, gli emarginati visti dagli altri “con le lenti del pregiudizio e della paura”. Allo stesso modo, papa Francesco “sembra intenzionato a fare piazza pulita di tutti gli oggetti e gli usi legati al papato che sanno di ricchezza e privilegio”, perché il vescovo di Roma sia “un testimone credibile” del messaggio di povertà che lancia.

UMILTÀ. La sensibilità di Francesco ricorda da vicino quella di Paolo I, tanto che nella sua prima settimana da papa è sembrato a molti “una versione argentina di Albino Luciani”, nel modo di assumere lo stesso “tono dimesso” e desacralizzare “la figura del pontefice”.Sa che la Chiesa è chiamata a predicare al mondo intero l’amore, l’attenzione per i poveri e la passione per la giustizia, e quindi i suoi capi devono mostrare con il loro stile di vita di aver fatto davvero propri questi valori, a cominciare naturalmente dal leader più visibile, il papa

VICINANZA ALLA GENTE. Il nuovo papa vuole stare vicino alla gente. Per questo, non si sottrae al contatto personale, anche se ciò ha creato qualche problema alla security del Vaticano.

PERDONO. Il pontefice ha lanciato da subito l'invito a non dimenticare che “Dio non si stanca mai di perdonarci”, siamo noi che ci dimentichiamo spesso e volentieri che Dio è pronto a perdonarci sempre ...basta chiederglielo col cuore!!!!!


IL NOME FRANCESCO. Il nome è già tutto un programma di azione, una compiuta visione della realtà della Chiesa, con una sola parola.. Quando si pensa alla Chiesa, ai cattolici vengono in mente due volti diversi della stessa realtà: quello dell’istituzione, che ha a che fare con risorse e strutture, regolamenti e una catena gerarchica di comando, e quello spirituale, delle piccole comunità in cui si cerca vivere in concordia e amore fraterno. Prendendo il nome di Francesco, “Jorge Mario Bergoglio ha detto in sostanza che il 'secondo volto' della Chiesa deve prevalere sul primo. 

UNA FEDE PROPOSTA. Il papa parla nei suoi gesti “una fede da proporre, non da imporre”. Incontrando i giornalisti il 16 marzo,il papa ha impartito la benedizione in silenzio, sapendo che alcuni non erano cattolici e altri non erano credenti, per rispettare “la coscienza di ciascuno”. Per l'autore del libro, queste parole contengono “una strategia missionaria in miniatura”.

CHIESA NON COME ONG. Il papa argentino ha poi specificato che la Chiesa non è un'organizzazione umanitaria. “Se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale ma non la Chiesa, Sposa del Signore”. Bergoglio è quindi convinto che la Chiesa e il papato siano da vedere “in termini non esclusivamente umani, come una grande multinazionale religiosa, ma anche e soprattutto come protagonisti della lotta eterna fra il bene e il male”.

PESSIMISMO. Nell’omelia della messa per l’inizio del ministero petrino, il papa ha affermato che accogliere il messaggio cristiano è un modo per vedere la luce della speranza “davanti a tanti tratti di cielo grigio”.

UMORISMO. La speranza si lega alla capacità di saper sorridere, e il senso dell'umorismo è un tratto tipico del nuovo pontefice. Il papa sa parlare di Cristo al mondo intero, e sa che farlo con un sorriso gli può garantire “migliore accoglienza e ascolto”.Basta ,finalmente, con i musi lunghi e da cimitero quando si entra in chiesa,Gesù è risorto, è vivo...possibile che ci son voluti 2000 anni per capirlo?

UNITÀ.L'unità ha un nome e un volto che non annulla le differenze  Papa Francesco, “non sarà mai favorevole a quella falsa uniformità che annebbia artificiosamente le differenze”; “sa che le tensioni devono essere affrontate con coraggio e sincerità, non soppresse o ignorate nella vana speranza che prima o poi si annullino”. Proprio perché apprezza le diversità nella Chiesa, tuttavia, sa anche quanto sia importante cercare sempre l’unità e perché senza un impegno costante in questo senso le tensioni “possono paralizzare invece di arricchire”.
La diversità non è sinonimo di uguaglianza, ma l'uguaglianza dà diritto alla diversità.

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